domenica pomeriggio autunno
adoro quando la casa profuma di biscotto
creatività spezie rito del tè
Servo il tè e lo degustiamo in silenzio. Non l'avevamo mai preso insieme di mattina, e questa infrazione al protocollo del nostro rituale ha uno strano sapore.
"E' piacevole" mormora M.
Si, è piacevole in quanto gioiamo di un duplice dono: veder consacrata, attraverso questa infrazione all'ordine delle cose, l'immutabilità di un rituale cui avevamo dato vita insieme affinché, un pomeriggio dopo l'altro, esso si radicasse nella realtà tanto da darle senso e consistenza, un rituale che dalla trasgressione di stamani trae immediatamente tutta la sua forza - ma ci gustiamo anche, come un nettare prezioso, il meraviglioso dono di questa mattina incongrua i cui gesti meccanici prendono nuovo slancio, in cui annusare, bere, posare, servirsi ancora e sorseggiare rinascono a nuova vita. Questi attimi in cui si rivela la trama della nostra esistenza, attraverso la forza di un rituale che rinnoveremo con un piacere accresciuto dall'infrazione, sono parentesi magiche che gonfiano il cuore di commozione, perché all'improvviso il tempo è stato fecondato, in modo fugace ma intenso, da un po' di eternità...
Allora beviamo una tazza di tè.
.. il tè non è una bevanda qualunque. Quando diventa rituale, rappresenta tutta la capacità di vedere la grandezza nelle piccole cose. Dove si trova la bellezza? Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire, oppure nelle piccole che, senza nessuna pretesa, sanno incastonare nell'attimo una gemma di infinito?
Il rituale del tè, quel puntuale rinnovarsi degli stessi gesti e della stessa degustazione, quell'accesso a sensazioni semplici, autentiche e raffinate, quella libertà concessa a tutti, a poco prezzo, di diventare aristocratici del gusto, perché il tè è la bevanda dei ricchi così come dei poveri, il rituale del tè, quindi, ha la straordinaria virtù di aprire una breccia di serena armonia nell'assurdità delle nostre vite. Si, l'universo tende segretamente alla vacuità, le anime perdute rimpiangono la bellezza, l'insensatezza ci accerchia. Allora beviamo una tazza di tè. Scende il silenzio, fuori si ode il vento che soffia, le foglie autunnali stormiscono e volano via, il gatto dorme in una calda luce.
E, a ogni sorso, il tempo si sublima.
(tratto da Muriel Barbery, L'eleganza del riccio)
Biscottini alla cannella
Per i biscotti occorrono:
150 gr di farina
50 gr di zucchero
50 gr di burro
1 uovo
un cucchiaino da caffè di cannella
1/2 cucchiaino da caffè di zenzero
Mettete tutti gli ingredienti in un recipiente e impastate
fin che l'impasto risulterà ben elastico. Riponete in frigo
a riposare per un'ora. Una volta tolto dal frigo,
riprendete l'impasto e stendetelo fino ad ottenere
uno spessore sottile; con le formine ritagliate i biscotti
e infornate a 200° per circa 10 min. Un consiglio!
non toccate i biscotti ancora caldi, perchè essendo
friabili si rompono facilmente.
Una volta raffreddati spolverare con lo zucchero a velo.
Tè consigliato: tè verde o infuso di ginger e lemongrass (al momento, il mio preferito)
Curiosità
Kakuzo Okakura. The Book of Tea, New York 1906
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